Il Tuo Nome In Giapponese! |
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Il Tuo Nome In Giapponese! |
9 Jun 2006 - 15:25
Messaggio
#1
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Super Member Gruppo: Utente Messaggi: 15258 Iscritto il: 14 December 2005 Età: 17 Utente Nr.: 459 |
Come si scrive il proprio nome in giapponese?
In realtà è facile, perché i giapponesi hanno un piccolo sottosistema di scrittura per traslitterare i nomi stranieri, con un alfabeto apposta. Non gli riesce benissimo, in quanto un nome come "Carlo" diventa "KA-RU-RO", ma poi vederlo scritto è un piacere, quindi cominciamo a spiegare per gradi... Se scriverò qualche inesattezza, provvederò a editare appena Tomochan avrà il tempo di correggermi ^_^ Premetto subito che in giapponese esistono solo delle SILLABE, non delle lettere. Il segreto sta nell'usare queste sillabe per comporre una parola che suoni come quella originale che vogliamo tradurre. Ecco le sillabe facili: A E I O U KA KE KI KO KU GA GE GI GO GU NA NE NI NO NU HA HE HI HO HU RA RE RI RO RU MA ME MI MO MU BA BE BI BO BU PA PE PI PO PU Ecco quelle un po' più strane: HA HE HI HO FU SA SE SHI SO SU TA TE CHI TO TSU DA DE (JI) DO (ZU) ZA ZE JI ZO ZU WA WO YA YO YU N La "u" si pronuncia pochissimo, è molto breve ed è più un "u" francese che italiana (la marca "Subaru" come pronuncia è più simile "Sbar"), mentre le altre vocali si pronunciano uguale all'italiano. Quando scrivo "CHI" mi riferisco alla c dolce, quella di "cena". Lo stesso per "SHI", che è come il gruppo sc- di "sciare". La "J" è un "G" dolce italiana, quindi "JIJI" si pronuncia come l'italiano Gigi. Attenti a non pronunciarla alla francese, che è un errore che moltissmi fanno. La "G" è sempre dura, quindi il personaggio amico di Lupin III che tutti conosciamo si scrive "JIGEN" (pronunciato appunto "gighen") La "l" non esiste. Si usa la "r" che è un suono intermedio. Anche la "v" non esiste, e si usa la "b": per loro be v sono molto simili, come in spagnolo. E' facile trovare in giapponese errori buffi come "Veethoben" o "There's no plobrem". (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/icon_mrgreen.gif) Detto questo, ci sono alcune strane eccezioni. Vedete infatti che un giapponese non è in grado di pronunciare due consonanti vicine, a meno che non si tratti della "N". Quindi per scrivere "Marco" devo usare la sillaba "ru", visto che la "u" è quasi muta: "MA-RU-KO". Lo stesso con le altre: Scralko -> SU-KU-RA-RU-KO. Non esiste però la possibilità di usare la u per la t e la d (per strani motivi i giapponesi non riescono a pronunciare "tu", diventa "tsu"... e "du" diventa "zu"). Quindi per l "d" usiamo la "o": Strano -> SU-TO-RA-NO Stessa cosa per "ti" e "di" che per loro è impronunciabile e diventa "chi" (come la c di "cina") e "ji" (come ho detto, la g dolce di "gita"). Per ovviare questo problema scrivono TE-I e DE-I (con la "I" un po' più piccola). Quindi Tina diventa TE-i-NA. Visto che esiste la "N" da sola, quando dobbiamo traslitterare una "M" singola, usiamo al suo posto la N invece di "MU": Samba -> SA-N-BA La F è vista come una H aspirata molto vicina alla "u". Se provate e dire "HU" soffiando un po', infatti, vi verrà pian piano da dire "FU". Usando FU seguito da vocale (più piccola) riusciamo a scrivere il gruppo F+vocale. Quindi "finto" diventa FU-i-N-TO La doppia consonante si può indicare con un simboletto: ッ L'accento tonico si può indicare prolungando la vocale con questo segno: ー Il mio nome, Stefano, diventa quindi SU-TE-FU-a-NO Il nostro Piero Campa diventa PI-E-RO KA-N-PA Axettone diventa A-KU-SE-TTO-NE Simone diventa SU-i-MO-NE, in teoria. In pratica loro scriverebbero SHI-MO-NE, pronunciandolo esattamente "Scimone" (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/icon_mrgreen.gif) E' noto che un errore classico dei giapponesi è quello di mettere annunci sui giornali dove chiedono la disponibilità di una "baby shitter" (una cagafigli, cioè) (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/icon_mrgreen.gif) (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/icon_mrgreen.gif) (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/icon_mrgreen.gif) Per gli errori più buffi, vi consiglio di dare un'occhiata all'esilarante sito http://www.engrish.com in cui sono raccolti gli strafalcioni più divertenti operati dai giapponesi ai danni della lingua inglese. Provate a fare un po' di esercizi di traslitterazione. Quando ci avrete preso un po' la mano, potete usare al posto delle sillabe scritte in italiano i simboli che i giapponesi usano veramente: i cosiddetti "katakana". Sono sillabe usate solo per traslitterare nomi stranieri. Ecco la tabella: (IMG:http://aoianime.animehq.hu/images/japan/katakana.png) Quindi Stefano diventa ステーファノ Buon divertimento... Sottoponetemi i vostri nomi se non ci riuscite, proverò a traslitterarli. Messaggio modificato da Senbee Norimaki il 9 Jun 2006 - 15:39 |
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11 Jun 2006 - 11:22
Messaggio
#2
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Super Member Gruppo: Utente Messaggi: 15258 Iscritto il: 14 December 2005 Età: 17 Utente Nr.: 459 |
Il nome in ideogrammi si può sempre scrivere, anche in giapponese. Ma solo un giapponese può dirti come...
Infatti, quando dividi in sillabe un nome, per esempio Ugo -> U-GO, lo puoi scrivere in katakana (ウゴ), in hiragana (うご) anche se non ha molto senso perché l'hiragana si usa solo per parole giapponesi e non straniere, e poi in ideogrammi (detti "kanji"). Solo che io non ho assolutamente idea di quali kanji corrispondano alla lettera "u" e quali alla sillaba "go". Io per esempio so che "go" può voler dire "5" (五) ma il computer mi dice anche che "go" corrisponde anche ad altri kanji: 語, 後, 碁, 伍, 呉, 誤, 梧, 娯 e tantissimi altri, di cui ignoro il significato. L'arte sta nel prendere due significati, uno di "u" e uno di "go" abbastanza profondi dare un bel significato al nome. Questo ovviamente solo un giapponese lo sa fare. Lo stesso per il cinese, che ha solo i kanji (anzi, quelli cinesi si chiamano hanzi). In cinese poi la difficoltà non sta nel scegliere l'omofono (non ce ne sono molti di omofoni in cinese) ma il capire come un cinese dice un nome straniero. Questo perché i cinesi hanno i toni, e vattelapesca immaginare come lo percepiscono. "Stefano" per esempio in cantonese viene percepito come "se-fan-lou", con tono 2 sulla prima sillaba, 5 sulla seconda e 6 sulla terza (il cantonese ha 7 toni principali). se2-fan5-lou6 corrisponde a tre precisi ideogrammi. Quindi la conversione è semplice, ma il difficile sta nel capire come stefano diventi se2-fan5-lou6, cosa che solo un cinese può dirti. Poi c'è anche il problema che il mandarino è totalmente diverso dal cantonese, quindi trova suoni differenti e quindi ideogrammi differenti (e anche gli ideogrammi sono diversi, perché quelli cinesi ufficiali, quindi non usati da chi parla cantonese, sono semplificati). Quindi attendiamo Tomochan per illuminarci ^__^ Messaggio modificato da Senbee Norimaki il 11 Jun 2006 - 11:27 |
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