[MEDICINA] Studenti Di Medicina E Chirurgia, Unitevi! |
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3 Oct 2005 - 14:47
Messaggio
#1
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Pòch ad bòn Gruppo: Utente Messaggi: 573 Iscritto il: 26 March 2005 Età: 41 Da: Manchester Utente Nr.: 13 |
Apro questo topic per gli utenti che frequentano medicina e chirurgia, per scambiarsi opinioni, appunti o per qualsiasi altra cosa sia utile comunicarci...anche semplicemente per conoscerci! Io, nonostante l'età (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/adodonicoco.gif) , mi sono immatricolato quest'anno (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/dont.u.get.it.4.gif) ...e allora forza! Fatevi vivi!!! (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/yuppi2.gif)
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9 Jan 2007 - 16:23
Messaggio
#2
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Bambanon Gruppo: Utente Messaggi: 258 Iscritto il: 12 October 2006 Età: 39 Da: Ferrara (provincia) Utente Nr.: 1353 |
CITAZIONE L'affanno degli studenti non è solo un'impressione Gli stress psicologici cui inevitabilmente si è esposti nella vita - anche quelli temporanei e di intensità moderata, come il sostenere un esame, un concorso, un colloquio di lavoro - hanno un impatto misurabile e non irrilevante sul sistema circolatorio e sul sistema nervoso autonomo. E' quanto sostiene un gruppo di ricercatori italiani delle Università di Milano e di Urbino, dopo aver studiato un gruppo di studenti del corso di laurea in medicina nell'imminenza di un esame. "Le palpitazioni, il nodo alla gola, i disturbi gastrici e intestinali che abbiamo tutti sperimentato non sono una suggestione, ma riflettono uno squilibrio neurovegetativo assolutamente reale " ha detto a Tempo Medico Massimo Pagani del Dipartimento di medicina interna dell'Ospedale Sacco di Milano "rappresentato dall'innalzamento della pressione sanguigna, dei livelli di cortisolo e delle citochine e dall'attivazione del sistema nervoso simpatico". La situazione considerata dai ricercatori ha caratteristiche peculiari: lo stress deriva non solo da uno stimolo acuto, cioè l'incombere dell'esame, ma anche da una sollecitazione cronica nel periodo di studio intenso che lo precede. Tuttavia, si tratta di circostanze in cui il soggetto ha un buon margine di controllo, dato che non è obbligato a sostenere la prova e ha, almeno si suppone, una preparazione adeguata. "Dal punto di vista dei ricercatori, l'esame universitario rappresenta uno dei principali eventi stressanti di tipo fisiologico e riferito alla vita di tutti i giorni - cioè non creato appositamente in laboratorio - che può essere facilmente studiato" ha aggiunto Daniela Lucini del Centro di ricerca sulla terapia neurovegetativa "e per di più riguarda di solito una popolazione giovane e sana, nella quale, dunque, i risultati sono meno influenzati da eventuali malattie intercorrenti". In trenta studenti di entrambi i sessi e non fumatori sono stati effettuati, da un'ora a mezz'ora prima di un esame universitario, test psicologici, misurazioni dei livelli di cortisolo e citochine nella saliva, registrazioni del tracciato elettrocardiografico, della frequenza respiratoria e dei valori pressori. Per poter operare un confronto con i valori riscontrati le stesse indagini sono state ripetute dopo tre mesi, durante un periodo di vacanza. "I risultati confortano la ben nota esperienza soggettiva di grande apprensione" affermano i ricercatori. "La prima, e più prevedibile, variazione è stata l'aumento della pressione arteriosa di circa 10 mmHg, costante e presente anche in clinostatismo. Ma l'aspetto più interessante è che uno stress di questo tipo si associa a un aumento dell'attivazione simpatica del cuore: l'analisi della variabilità dell'intervallo RR nel tracciato elettrocardiografico (effettuabile con un metodo non invasivo che permette di studiare il sistema nervoso autonomo) ha mostrato un aumento significativo del marker di attivazione simpatica e una riduzione significativa del marker di attivazione vagale, anche a riposo, cioè in una condizione in cui normalmente ciò non si verifica". Dal canto suo lo studio del profilo ormonale e immunologico ha rivelato un aumento del cortisolo, che è correlato con le modificazioni di alcuni marker del sistema nervoso autonomo, e persino una variazione delle concentrazioni di alcune citochine, le interleuchine 1 e 2 e il fattore di necrosi tumorale. Al controllo a distanza, in assenza di esami da sostenere, tutte le alterazioni riscontrate, neurovegetative, ormonali e immunologiche, erano scomparse. "A queste modificazioni neurovegetative" aggiungono Pagani e Lucini "ha corrisposto una sintomatologia somatica descritta in molto simile da tutti i soggetti studiati: "sensazione di cuore che batte e di nodo allo stomaco", molto marcata il giorno dell'esame e assente in quello di controllo. Ma in queste situazioni si possono associare numerosi altri disturbi, quali insonnia, senso di agitazione, ansia, disturbi gastrici e intestinali, in quanto, se da un punto di vista fisiologico le reazioni sono simili, da quello psicologico le esperienze individuali, e quindi i sintomi, non sono sempre sovrapponibili". A questo punto è lecito chiedersi se al di là del batticuore, dei fastidi digestivi o intestinali del momento, le alterazioni neurovegetative e l'innalzamento della pressione siano un rischio per la salute. "Gli effetti descritti possono esser definiti fisiologici, perché sono una reazione comune a tutti gli individui e soprattutto perché sono temporanei" hanno risposto i ricercatori "ma diventano dannosi quando persistono: l'iperattività simpatica cronica, infatti, è un fattore di rischio cardiovascolare e può rappresentare un pericolo se si associa a una predisposizione genetica, a particolari caratteristiche biologiche o se si sovrappone ad altri fattori di rischio. In presenza di un terreno favorevole o di alterazioni preesistenti può favorire l'insorgenza di malattie cardiovascolari o gastroenteriche oppure peggiorarne il decorso". I risultati di questa ricerca non chiamano in causa solo gli studenti: moltissimi sono i soggetti, di ogni età, che in condizioni di stress lamentano una sintomatologia fisica, anche in assenza di malattie organiche. "Si è visto che molto spesso tale sintomatologia si associa ad alterazioni del controllo neurovegetativo" conclude Lucini "e sono in corso varie indagini per chiarirne i meccanismi. Lo studio del sistema nervoso autonomo, che ora può essere fatto con sistemi non invasivi, permette di raccogliere una serie di informazioni che possono rivelarsi importanti non solo sul piano scientifico, ma anche da un punto di vista diagnostico e, all'occorrenza, da quello terapeutico". Eh si, avevamo bisogno che ce lo dicessero i ricercatori,no??? (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/znaika.gif) (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/dont.u.get.it.4.gif) (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/benou_grilled.gif) |
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