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> Ritorna: "introibo Ad Altare Dei"
Dani80
messaggio 8 Sep 2007 - 12:14
Messaggio #1


Gago
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Ho letto su alcuni quotidiani che venerdì prossimo entrerà in vigore il motu proprio Summorum pontificumche ripristina la S. Messa Tradizionale. Qualcuno sa se verranno celebrate Messe tridentine a Ferrara? se si dove? sono curioso di andare a vedere
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Senbee Norimaki
messaggio 8 Sep 2007 - 17:33
Messaggio #2


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Se ne fanno una da queste parti non me la perdo. Non sto scherzando.
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Dani80
messaggio 8 Sep 2007 - 18:03
Messaggio #3


Gago
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Come si può vedere dal sito Tridentinum i paramenti sono stupendi, non come quelli attualmente in uso, é un rito molto più solenne e maestoso.
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Peve
messaggio 9 Sep 2007 - 13:00
Messaggio #4


Pòch ad bòn
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CITAZIONE (Dani80 @ 8 Sep 2007 - 19:03) *
Come si può vedere dal sito Tridentinum i paramenti sono stupendi, non come quelli attualmente in uso, é un rito molto più solenne e maestoso.


Ma messa giù così mi sembra una cosa molto più folkloristica che religiosa, credo e spero che non sia stata introdotta per un fatto estetico...

Cioè "spero" dal punto di vista dei fedeli, a me non interessa minimamente, anzi l'andrei a vedere proprio per fare qualche bella foto, se capita...
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Dani80
messaggio 9 Sep 2007 - 13:27
Messaggio #5


Gago
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Esteticamente è bellissima ed ha anche una grande importanza dal punto di vista culturale. Molte espressioni del linguaggio comune sono tratte dalla Messa Tridentina: "mea culpa", "Deo gratias", "ite missa est", "Confiteor" ecc... Dal punti di vista della fede e teologico viene esaltato l'aspetto sacrificale e la presenza reale, infatti viene chiamata: "Il Santo Sacrificio della Messa".

Le caratteristiche del rito tridentino

di Bruno Volpe

CITTA’ DEL VATICANO - La messa tridentina è stata fino al 1969 la forma ordinaria con cui la funzione liturgica veniva celebrata nel rito romano. Il termine tridentina significa "relativa al Concilio di Trento", perché il Messale romano fu promulgato nel 1570 da Papa Pio V dopo quel Concilio. Il Concilio di Trento non volle unificare con atto d'imperio i riti allora esistenti nella Chiesa latina: infatti, in base al principio stabilito dallo stesso san Pio V - che con mandato del Concilio attuava la riforma -, le chiese e gli ordini religiosi che da almeno due secoli avevano il loro proprio rito di veneranda tradizione, poterono conservarlo. Negli anni successivi, di fatto, il rito romano si affermò ma mai in modo esclusivo; il Rito ambrosiano, un tempo molto diffuso, è ora osservato in alcune valli del Ticino (denominate "Valli Ambrosiane") e in tutta l'Arcidiocesi di Milano ma, anche qui, con eccezioni: Monza, Trezzo, Treviglio. A fianco del rito romano coesistono l’ambrosiano, il mozarabico, quello di Braga, quello dei certosini e quello dei domenicani. La Santa Messa secondo il Messale di san Pio V è stata celebrata nella Chiesa cattolica quale "rito ordinario universale" fino al 1969, prima che la Riforma liturgica procedesse alla nuova versione del Rito romano. Il Concilio Vaticano II del 1962-65, prevedeva il compimento della riforma liturgica, già iniziata dai pontefici Pio XII e Giovanni XXIII, e però manteneva come punti fermi l'uso della lingua latina e l'altare "coram Deo". Papa Paolo VI promulgò nel 1969 il cosiddetto "Novus Ordo Missae" e dispose che il nuovo Messale Romano entrasse subito in vigore. La Messa tridentina, pur non costituendo più la forma ordinaria del rito romano, ha continuato a conservare la propria legittimità giuridica e sacramentale. L'uso del vecchio Messale, mai abrogato, era stato proibito da papa Paolo VI al momento della promulgazione del nuovo nel 1969, ma esso è stato costantemente rivendicato dall'ala tradizionalista cattolica, in particolare dalla "Fraternità Sacerdotale San Pio X" fondata dal vescovo francese Marcel Lefebvre. Lo stesso papa Paolo VI concesse personalmente a Padre Pio da Pietrelcina l'Indulto per continuare a celebrare, anche pubblicamente, la Santa Messa secondo il Messale del 1962, l'ultimo messale del "Vetus Ordo". Il Papa Giovanni Paolo II promulgò nel 1984 un indulto per venire incontro all’istanza dei fedeli legati al vecchio messale. Tale indulto venne ulteriormente riaffermato (per ovviare alla pratica inattuazione di quello precedente, a causa della forte opposizione degli ordinari diocesani) anche il 2 luglio 1988 con il motu proprio "Ecclesia Dei adflicta" (promulgato in seguito allo scisma dell'arcivescovo Marcel Lefèbvre ). Il motu proprio "Ecclesia Dei adflicta" stabiliva, tra le altre cose, in forza della sua autorità apostolica: "... dovrà essere ovunque rispettato l'animo di tutti coloro che si sentono legati alla tradizione liturgica latina, mediante un'ampia e generosa applicazione delle direttive, già da tempo emanate dalla Sede Apostolica, per l'uso del Messale Romano secondo l'edizione tipica del 1962". La Messa tradizionale poté così tornare ad essere pubblicamente celebrata, ma solo a seguito di uno specifico permesso dell'Ordinario che, nonostante numerose richieste, venne però concesso solo in poche diocesi, lasciando insoddisfatti molti cattolici di orientamento tradizionalistico. Il 25 dicembre 2001 papa Giovanni Paolo II riaccolse nella comunione il vescovo mons. Licínio Rangel (consacrato nel 1991 dai vescovi lefebvriani scomunicati nel 1988) e un mese dopo creò per lui, a Campos, Brasile, l'Amministrazione apostolica personale San Giovanni Maria Vianney, nella quale si ha il diritto di usare esclusivamente il Messale del 1962. Il Cardinale Darío Castrillón Hoyos celebrò il 24 maggio 2003 una Santa Messa tridentina nella basilica di Santa Maria Maggiore a Roma. Alcuni anni fa l'allora Cardinale Joseph Ratzinger parlando della liturgia lamentò una serie di modifiche "avventurose e spettacolari" , sottolineando che per la Messa tridentina non vi era stata la medesima tolleranza. "Personalmente ritengo che si dovrebbe essere più generosi - aveva affermato il cardinal Ratzinger nel consentire l'antico rito a coloro che lo desiderano. Non si vede proprio che cosa debba esserci di pericoloso o inaccettabile. Una comunità mette in questione se stessa, quando considera improvvisamente proibito quello che fino a poco tempo prima le appariva sacro e quando ne fa sentire riprovevole il desiderio. Perché le si dovrebbe credere ancora? Non vieterà forse domani, ciò che oggi prescrive?". L'11 settembre 2006 il quotidiano cattolico La Croix, insieme a Le Monde, diedero notizia che l'8 settembre il Cardinale Darío Castrillón Hoyos, come presidente della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, aveva emanato un decreto erigente l'Istituto del Buon Pastore, Società di vita apostolica la cui sede sarà nella chiesa di Saint-Éloi di Bordeaux, e che, in quanto di diritto pontificio, dipenderà direttamente da Roma. L'Istituto ha ricevuto come "rito proprio in tutti i suoi atti liturgici", il Messale del 1962, mentre "da un punto di vista dottrinale", la sua "missione" sarà quella di impegnarsi in una "critica seria e costruttiva" del Concilio Vaticano II, "per permetterre alla sede apostolica di darne un'interpretazione autentica". La Messa tridentina è celebrata interamente in latino, ad eccezione di alcune parole e frasi in greco antico ed ebraico; prevede lunghi periodi di silenzio, per consentire ai fedeli di poter adeguatamente meditare circa la grandezza del mistero eucaristico al quale sono chiamati ad assistere. L'omelia è sempre pronunziata nelle lingue nazionali. I fedeli possono seguire la liturgia leggendo il messalino o il foglietto bilingue, che riportano, a fianco del testo latino, la traduzione nella lingua nazionale. Riguardo al testo latino della Messa si nota che vengono impiegate due diverse versioni della Bibbia, la Vulgata e l'Itala. Infatti l'Itala si ritrova ancora nelle parti cantate dal popolo (introito, gradule, offertorio e communio) delle Messe più antiche, che sono precedenti all'adozione della Vulgata. Recentemente Albert Malcolm Ranjith, segretario della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, ha spiegato come i due messali (quello attuale e quello del 1962) possano benissimo coesistere, anche perché i due messali sono messali della stessa Chiesa. Il sacerdote celebra il sacrificio eucaristico "coram Deo", ossia rivolto verso il tabernacolo ed all’altare che costituisce la rappresentazione del Calvario. Il celebrante quindi guida il popolo, mentre tutti sono rivolti verso il Santissimo Sacramento. Il celebrante si rivolge invece verso il popolo quando non è all'altare (Kyrie, Gloria, omelia, Credo, benedizione) e dall'altare durante l'orazione "Orate fratres". Il Vangelo viene letto sempre sul lato destro dell’altare «in cornu evangelii», mentre l’Epistola sul lato sinistro «in cornu epistulae». La Comunione viene generalmente ricevuta in ginocchio alla balaustra. I colori liturgici previsti nella Messa tridentina includono il bianco, il rosso, il verde, il violaceo, il nero. Il violaceo può essere sostituito dal rosaceo nella domenica Gaudete e nella domenica Laetare. Il nero è riservato al Venerdì santo e alla Messa per i Defunti. L'oro può sostituire, specialmente nelle Messe solennissime, tutti i colori, tranne il violaceo e il nero. La liturgia prevede un uso di paramenti generalmente più ricco di quello della liturgia post-conciliare. I vescovi usano scarpe e guanti. I sacerdoti usano generalmente la pianeta e il piviale oppure la casula. I diaconi usano la dalmatica o la tunicella e la stola. I chierichetti usano la talare e la cotta oppure l'alba (abbigliamento) e l'amitto. Il Messale del 1962 non prevede la concelebrazione, ma affida ad un unico sacerdote la celebrazione eucaristica. Prevede invece la presenza di Diacono e Suddiacono. Questi termini non si riferiscono tanto all'ordine ricevuto (perché di solito fungono da diacono e suddiacono coloro che sono già ordinati presbiteri), ma contraddistinguono alcune mansioni liturgiche. Diacono e suddiacono sono presenti alle celebrazioni solenni. Ancora più solenne è l'assistenza pontificale, che prevede la celebrazione della Messa da parte di un sacerdote con la presenza di un Vescovo non celebrante. Infine, massima solenità ha la Messa pontificale, celebrata da un Vescovo. Queste ultime due cerimonie non sono regolate dal "Messale Romanum", ma dal "Pontificale Romanum". L'introito è una parte variabile della Messa, che può essere cantata in canto gregoriano. E' seguito dalla recita del Salmo 42 con l'antifona (fuori del tempo di Pasqua l'antifona è "Et introibo ad altare Dei"). Generalmente il Salmo viene recitato a parti alterne tra il sacerdote e il ministro. Il Confiteor viene recitato prima dal sacerdote cui il popolo risponde con l'orazione "Misereatur tui" e quindi dal popolo cui il sacerdote risponde con l'orazione "Misereatur vestri". Segue l'assoluzione "Indulgentiam" dai peccati veniali, che permette ai fedeli di partecipare alla Santa Messa liberi anche da quei peccati che non escludono dalla Comunione. Nel Confiteor tradizionale si richiede esplicitamente l'intercessione di alcuni Santi: Maria Vergine, san Michele Arcangelo, san Giovanni Battista, i santi Apostoli Pietro e Paolo. La Messa tridentina prevede come unica lettura l'"Epistola", recitata dal sacerdote all'altare e in latino. Il graduale e il tratto sono parti variabili della Messa, che possono essere cantate in canto gregoriano e precedono il Vangelo. Il graduale è sostituito dal tratto nei tempi di penitenza. Non c'è nessuna preghiera dei fedeli nella Messa tridentina. L'unica preghiera eucaristica prevista è il Canone romano, nel quale si fa memoria di due diversi gruppi di Santi. Nel primo si ricordano tutti i Dodici Apostoli e altri dodici Santi fra cui i primi Papi successori degli Apostoli e alcuni Martiri; nel secondo si ricordano otto santi fra confessori e martiri e sette sante martiri. Lo scambio del segno di pace è riservato alle Messe celebrate dai Vescovi. Normalmente quindi il segno di pace è riassunto dalle parole del celebrante. Prima della Comunione, tutti i fedeli in ginocchio recitano per tre volte l'orazione "Domine non sum dignus", al cui inizio si battono il petto. Dopo la benedizione ha luogo la recita dell'ultimo Vangelo, che è quasi sempre l'inizio del Vangelo di Giovanni. Papa Leone XIII raccomandò di celebrare al termine dela santa Messa, tre Ave Maria, il Salve Regina e l'orazione a san Michele Arcangelo, seguita dalla triplice invocazione al Sacro Cuore di Gesù.

Fonte: sito web Petrus
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