Napoli, una città irrecuperabile |
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Napoli, una città irrecuperabile |
6 Jan 2008 - 12:12
Messaggio
#1
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Sempre + Nezo Gruppo: Utente Messaggi: 2597 Iscritto il: 5 June 2005 Età: 45 Da: Lugano Utente Nr.: 149 |
C'è una famosa canzone che in molti conoscono che ad un certo punto dice :
" napoli fogna napoli colera , sei la vergogna dell'Italia intera " . Questa canzone viene cantata da molte tifoserie ad ogni partita giocata dal Napoli sui vari campi. Tra 1 settimana ci sarà , tra l'altro , Milan-Napoli che è sempre una partita ad alto contenuto campanilistico e che questa volta , per forza di cose , lo sarà ancora di piu. Bassolino era pure tra i saggi costitutenti del PD ! Avrà la delega allo smaltimento rifiuti ? da corriere.it E Di Pietro torna all'attacco: Bassolino deve dimettersi. E nel mirino c'è anche Mastella Notte calma dopo gli scontri ma c'è tensione Si teme un blitz delle forze dell'ordine per creare i varchi da cui far passare i camion carichi di rifiuti NAPOLI - Dopo i duri scontri tra manifestanti e forze dell'ordine che hanno caratterizzato la giornata di sabato, la notte è trascorsa in maniera relativamente tranquilla a Pianura, il quartiere napoletano sul cui territorio sorge la discarica di Contrada Pisani, di cui il commissario straordinario per l'emergenza rifiuti ha disposto la riapertura. Gli abitanti della zona si oppongono al ritorno in funzione dell'impianto di smaltimento, dove dovrebbero essere convogliate le tonnellate di immondizia che da giorni stazionano lungo strade e marciapiedi del capoluogo campano e del suo hinterland. MATTINATA DI ATTESA - Davanti alla discarica è rimasto attivo un presidio di una cinquantina di persone, a cui in mattinata si sono a mano a mano aggiunti altri manifestanti per dare manforte. Nel corso della notte nell’area a nord di Napoli non si sono registrati ulteriori allarmi: complice anche la pioggia ed il freddo, la partecipazione al presidio si è andata pian piano riducedo. Per stamane era previsto un corteo che avrebbe dovuto sfilare lungo le strade di Pianura, ma si attende che i responsabili dei comitati spontanei confermino la manifestazione in programma. Anche perchè un’altra iniziativa di sensibilizzazione sarebbe stata organizzata, sempre per questa mattina, con la celebrazione di una messa di fronte alla discarica. Ma anche questa cerimonia, al momento, deve essere confermata. TIMORI DI UN BLITZ - Molti residenti, per poter uscire da casa, hanno dovuto rimuovere l’immondizia e gli alberi che sono stati abbattuti, liberando parzialmente la strada. Uno dei blocchi stradali creati sabato risulta ancora in essere. I manifestanti sono sul chi vive, nell'attesa di un possibile blitz della polizia per creare varchi attraverso cui far confluire i camion che trasportano il pattume. DI PIETRO ALL'ATTACCO - Di primo mattino è arrivato il monito del Capo dello stato che da Capri ha detto ai giornalisti: «Si risolva la tragedia dei rifiuti. In questo senso c'è già, come è necessario, un impegno forte del governo nazionale». Nel frattempo resta alta la polemica politica. Nel mirino ci sono soprattutto il sindaco Rosa Russo Iervolino e il suo predecessore, il presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino. Contro quest'ultimo si era scagliato anche uno dei leader del centrosinistra, il capo dell'Italia dei valori, Antonio Di Pietro, che ne aveva chiesto le dimissioni. Bassolino, dal canto suo, aveva parlato di parole irresponsabili da parte di un ministro del governo. La tensione resta alta. Ancora oggi, dai microfoni del Gr3, Di Pietro ha ribadito la necessità di un passo indietro di Bassolino e di un «ricambio generazionale» alla guida della regione, non rinunciando ad attaccare anche Clemente Mastella e l'Udeur che in questo frangente difendono Bassolino: «Mastella e il suo partito sono tra quelli che governano la Regione - ha detto l'ex pm -. Alla presidenza del consiglio regionale c'è sua moglie, assessori ce ne sono del suo partito in Regione e in tutta la Campania, quindi, piuttosto è davvero strano che diventino giudici di se stessi. Questi che hanno governato devono lasciarsi giudicare, non fare i giudici». Affondo di Calderoli: «Napoli non è Italia» L'ex ministro leghista: «Quello che sta accadendo lo dimostra, laggù le leggi dello Stato non valgono» L'ex ministro leghista Roberto Calderoli (Ansa) MILANO - «Ambulanze assaltate, come non accade nemmeno nei Paesi in guerra, incendi urbani, guerriglie con la polizia: tutto quello che sta succedendo dimostra che Napoli non è Italia». Lo sostiene, in un'intervista che sará pubblicata domani dalla Padania, il coordinatore della Lega Nord, Roberto Calderoli, riferendosi agli scontri che stanno accompagnando la riapertura della discarica nel quartiere di Pianura. «LE LEGGI NON VALGONO» - «Siamo di fronte ad un Paese - attacca ancora il coordinatore leghista - che accetta di avere al suo interno un'enclave extraterritoriale, dove le leggi dello Stato non valgono. Ma un Paese che accetta che lo stato di diritto venga fatto rispettare solo in una parte sì e in altre no cessa di essere uno Stato di diritto e cessa, pertanto, anche di essere uno Stato. E quando non c'è più lo Stato di diritto, per alcune aree del Paese, allora è giusto che anche le altre aree abbiano la possibilità di decidere cosa fare». «Ci si sarebbe aspettati - fa notare l'ex ministro del Carroccio - che i manifestanti andassero a protestare sotto casa di Bassolino, della Iervolino e di tutti quelli che in questi anni si sono arricchiti con i rifiuti, ma evidentemente non occorre solo rimuovere gli amministratori per risolvere questi annosi problemi ma va cambiato il dna dei napoletani e il loro modo di ragionare». «STATO COMPLICE E OMERTOSO» - L'esponente del Carroccio aggiunge: «ma ha senso continuare a stare in uno Stato del genere? Uno Stato che priva chi, come la Padania, che da sempre tira la carretta per tutti, di un'infrastruttura indispensabile come Malpensa, il suo hub internazionale, mettendo a rischio l'intera economia, e che poi non commissaria neanche il responsabile di una vergogna come quella che stiamo vedendo a Napoli?». «Le responsabilità di quello che sta accadendo sono ovviamente in primis degli amministratori locali, ma anche dei cittadini stessi che fanno le sceneggiate alla tv per opporsi alla riapertura di una discarica ma, di fatto, con il loro comportamento condannano loro stessi, i loro figli e le prossime generazioni ai rifiuti e alle sostanze cancerogene che stanno generando con i roghi e gli incendi urbani che stanno appiccando. In questo modo - conclude Calderoli- i cittadini napoletani stanno condannando le prossime generazioni, con l'omertà e la complicità dello Stato e di chi lo rappresenta?». Il sindaco tedesco: più ricchi con la vostra spazzatura di Beda Romano I rifiuti italiani? Sono un ottimo investimento, per il sindaco di Helmstedt, Heinz-Dieter Eisermann. Nella città tedesca, una centrale elettrica ha bruciato spazzatura napoletana. E in Germania, lo smaltimento dei rifiuti campani è ormai una lucrosa opportunità. Signor Sindaco, Lei sa che di recente nella centrale elettrica alle porte della sua cittadina sono stati bruciati rifiuti italiani? Raggiunto al telefono HeinzDieter Eisermann, primo cittadino di Helmstedt, un centro di 25mila abitanti in Bassa Sassonia, è un po' sorpreso: «No, non lo sapevo». E come reagisce? «Ottimo. È un impianto che funziona bene. Non provoca inquinamento e produce elettricità. Non vedo alcun problema». Mentre a Napoli la spazzatura invade le strade,impregna l'odore dell'aria e induce le autorità sanitarie a correre ai ripari, in Germania i rifiuti campani sono una manna dal cielo: da anni ormai sono utilizzati per produrre elettricità, riscaldare le case, alimentare stabilimenti industriali. Come a Helmstedt, un centro che negli anni della Guerra Fredda ospitava il Checkpoint Alpha, uno dei tre posti di frontiera tra le due Germanie. Eisermann, 64 anni, è un sindaco indipendente, eletto nel 2003. La sua città non ha il fascino di Pompei, ma anche Helmstedt ha la sua storia: la cittadina è menzionata per la prima volta in un testo del 952, ospita una nota abbazia medioevale, ha alcuni scavi archeologici tra i più noti di Germania ed è al centro di un parco naturale di 470 chilometri quadrati. Eppure, la presenza dal 1998 di una centrale della Bkb, una filiale di Eeon, è ben accolta. La Trv Buschhaus è tra gli inceneritori tedeschi più moderni. Si trova a una manciata di chilometri da Helmstedt e dal parco naturale di Elm-Lappwald. Brucia circa 525mila tonnellate di spazzatura ogni anno, con una produzione elettrica pari a 45 Megawatt che vengono riversati nella rete nazionale. Anche perché collegata direttamente alla rete ferroviaria e all'autostrada A2, non è stato difficile rifornirla tra il 2004 e il 2005 di rifiuti napoletani. Dal 2001, a liberare le strade di Napoli dalla spazzatura è un'altra grande società tedesca. Nata nel primo dopoguerra, Remondis si è prima specializzata nella raccolta dell'immondizia a Selm, una cittadina della Ruhr. Oggi l'azienda, sempre in mano alla famiglia del fondatore Josef Rethmann, è un colosso mondiale nel riciclaggio dei rifiuti urbani e industriali: lavora in 25 Paesi, ha 15mila dipendenti e un fatturato di 2,3 miliardi di euro. «Siamo intervenuti dopo che la Campania ha chiesto l'assistenza del Nord-Reno Vestfalia nel 2001», spiega Michael Schneider, portavoce della società a Lünen.L'impegno a smaltire irifiuti campani non è con le autorità partenopee, ma con Ecolog, una società delle Ferrovie dello Stato. Schneider preferisce non dare cifre, né sul valore del contratto, né sull'ammontare della spazzatura importata e poi bruciata, attualmente in un solo inceneritore a Bremerhaven. Poco importa: oggi la spazzatura che la Campania non riesce a trattare e che viene lasciata senza ritegno agli angoli delle strade o in piena campagna è in Germania un ingrediente della crescita economica. «I rifiuti campani non sono raccolti in modo differenziato - dice ancora Schneider - . Sono quindi bruciati al 100%. Il riciclaggio è possibile solo quando i rifiuti sono stati divisi. Quando invece non lo sono stati l'unica possibilità è l'incenerimento». La Germania conta 71 inceneritori. E Remondis ne ha appena aperto uno in Sassonia-Anhalt: l'energia è venduta a uno stabilimento della zona. «Non buttiamo via niente - precisa Schneider- : la stessa cenere rimasta dopo l'incenerimento dei rifiuti viene utilizzata per la costruzione del manto stradale». Alle orecchie di un italiano, che negli occhi ha le recenti immagini di Napoli, la frase suona più come una provocazione che una semplice constatazione. Per Remondis è probabilmente un peccato che la spazzatura napoletana non sia a raccolta differenziata. Nel campo del riciclaggio la Germania ha fatto miracoli in questi ultimi anni. Tra le altre cose è possibile riciclare le bottiglie di plastica, trasformandole in un materiale tessile utilizzato poi per produrre felpe. E si calcola che l'energia risparmiata nel riciclo di una lattinaè sufficiente per tenere una televisione accesa per tre ore. In Germania, il business dei rifiuti pesa per 19 miliardi di euro e dà lavoro a 160mila persone. Michael Hüther, direttore dell'Istituto Iw di Colonia, sostiene che il riciclaggio dell'immondizia comporta minori importazioni di materie prime per circa 3,7 miliardi di euro all'anno. Ormai l'ottica si è completamente ribaltata: lo smaltimento dei rifiuti non è più un costoso obbligo sanitario, è diventato una lucrosa opportunità economica. Intanto la centrale Trv Buschhaus di Helmstedt potrebbe accogliere nuova spazzatura napoletana già nel 2008. Al sindaco Eisermann l'idea che i tedeschi vengano pagati per raccogliere i rifiuti campani che poi utilizzano per produrre elettricità in Germania fa dire che «anche questa è l'Europa». Un'Europa però di cui gli italiani non possono andare fieri. www.ilsole24ore.com Il «call center spazzatura» E la Corte dei conti condannò il governatore Sapete quanta diossina hanno liberato ieri, nel cielo (ex) azzurro di Napoli, i 65 cassonetti di pattume bruciati nelle rivolte di piazza? Poco meno di 9 mila microgrammi. Pari a quanta ne butta fuori l'inceneritore di Marghera in 546 giorni a pieno ritmo. E quante polveri nocive si sono levate, da quei cassonetti? Quante ne espelle il termovalorizzatore di Brescia in 441 giorni. Lo dicono i dati dell'Istituto superiore di sanità basati su numeri del governo svedese. Dati ripresi anche da un ambientalista al di sopra d'ogni sospetto quale il presidente onorario di Legambiente Ermete Realacci. Certo, lo sa benissimo anche lui che l'ideale sarebbe fare a meno degli inceneritori grazie a una virtuosa riduzione dei consumi, a una raccolta differenziata capillare, al recupero di tutto ciò che è riciclabile, all'uso di nuove tecnologie come quel «dissociatore molecolare» che Alfonso Pecoraro Scanio descrive con l'entusiasmo che Giovanni da Pian del Carpine metteva nel descrivere la residenza del Gran Khan Guyuk. Quello è il punto di arrivo. Ma intanto? Cosa fare, della esondazione di «munnezza» che sta allagando Napoli e le sue disperate periferie? Come rimuovere il bubbone di oggi così da poter approntare le cure di domani? Cosa fare di quelle 95 mila tonnellate di spazzatura che traboccano sulle strade e delle 7 milioni di fetide «ecoballe» («testate» all'inceneritore di Terni, lo hanno bloccato per mesi rivelandosi gonfie di sostanze radioattive) oggi accatastate in oscene piramidi così ingombranti da avere paralizzato l'attività perfino dell'impianto Cdr di Caivano? Il piano Bertolaso Sempre lì si torna: al piano di Guido Bertolaso. Che aveva proposto di guadagnare un anno di tempo scaricando tutto ciò che si poteva nella grande cava dismessa di argilla di Serre, in provincia di Salerno, e usare quel tempo per concludere i lavori al termovalorizzatore di Acerra e insieme avviare sul serio la raccolta differenziata così da permettere ai nuovi impianti di bruciare «ecoballe» vere. Progetto saltato per l'ennesima ribellione di piazza e sostituito, con la benedizione dello stesso Pecoraro, con la sventurata creazione a pochi chilometri di una discarica nuova, ottenuta a costi esorbitanti abbattendo centinaia di querce secolari. Misteri ambientalisti. E adesso? C'è chi dice che non c'è scampo, piaccia o non piaccia, alla riapertura della orrenda cloaca di Pianura. Chi non vede alternative a caricare decine di treni per la Germania o la Roma nia. Chi suggerisce, come Walter Ganapini, già protagonista di quel «miracolo» che vide Milano risolvere l'annoso problema delle discariche e passare in quattro settimane dal 3 al 33% di raccolta differenziata, di tamponare l'emergenza usando siti dello stato soggetti a servitù militari. Ciò che è certo, è che quelle cataste di spazzatura stanno causando non solo a Napoli ma a tutto il Paese un danno di immagine inaccettabile. Che si aggiunge al danno fatale: l'inquinamento della terra, delle falde, dei pascoli che non solo, come ha ricordato Roberto Saviano, ha fatto impennare del 24% i malati di tumore nelle aree a rischio. Ma ha fatto abbattere migliaia di pecore, mucche, bufale perché il loro latte, come denuncia Realacci, «doveva essere trattato come un liquido tossico da smaltire». Lo scaricabarile Cosa sarà deciso? Soprattutto: chi prenderà queste decisioni? E sarà disposto a raccogliere davvero la sfida dichiarando guerra frontale alla camorra? Boh... Lo scaricabarile di questi giorni tra Antonio Bassolino e il governo, Rosa Russo Iervolino e Alfonso Pecoraro Scanio, assolutamente convinti che la colpa non sia affatto loro (o perlomeno vada spartita con tutti) e che dunque ogni richiesta di dimissioni sia pretestuosa, la dice lunga. Tutti colpevoli? Nessun colpevole. La Corte dei conti però, almeno in un caso, è convinta che un colpevole ci sia. E lo ha individuato nel governatore campano. Fu lui, infatti, nel ruolo di Commissario, a dare vita alla Pan (Protezione, ambiente e natura: sic) creata nel 2002, con un capitale di 255 mila euro poi trasferito gratuitamente alla Provincia di Napoli e all'Arpac (l'agenzia regionale di protezione ambientale), per dare un servizio informativo sull'emergenza ambientale ma rivelatasi un carrozzone clientelare. Venti mila dipendenti Non l'unico carrozzone, sia chiaro. Come ha scritto sul Corriere del Mezzogiorno Simona Brandolini, con la scusa dell'emergenza i dipendenti dei 18 consorzi di bacino sono via via aumentati fino a diventare ventimila: «Uno ogni 300 abitanti. La Lombardia produce più immondizia della Campania ma per ogni netturbino lombardo risultano esserci 25 netturbini campani ». Di più: «Quelli che devono raccogliere la "sfraucimma" (cioè il materiale di risulta dei cantieri) sono allergici alla polvere, quelli che devono selezionare il cartone non possono sollevare più di due chili causa un mal di schiena ben certificato». Per non dire di quanti hanno denunciato il Commissariato perché «non lavorando, si sono giocati lo stipendio a tressette». Tornando al Pan, la sentenza della Corte dei conti dice che assunse senza motivo 100 lavoratori socialmente utili. In realtà, stando al bilancio della società, al 31 dicembre 2006 gli Lsu erano 180. Su un totale di 208 lavoratori. Che facevano? In 34, come abbiamo raccontato, «lavoravano » a un call center dove ricevevano mediamente una telefonata a testa alla settimana. Gli altri seguivano non meglio precisati progetti degli enti locali, in particolare della Provincia di Napoli, il cui presidente è quel Riccardo Di Palma che del commissariato per l'emergenza (dettaglio stigmatizzato della commissione parlamentare presieduta da Paolo Russo, anche per i 400 mila euro di compensi) era consulente. Risultati? L'anno scorso ha incassato 4,3 milioni di euro di fondi pubblici (insufficienti perfino a pagare gli stipendi: 5,6 milioni) chiudendo con un buco di 1,2. L'anno prima, nel 2005, ne aveva persi il doppio: 2,3. Un disastro tale che due mesi fa, quando stava per arrivare la sentenza di primo grado (in appello si vedrà: auguri) la società è stata cancellata. Meglio, è stata fusa in un'altra, l'Arpac multiservizi, controllata dall'Arpac, l'Agenzia regionale di protezione ambientale. Troppo tardi, però, per evitare la stangata dei giudici contabili. Che chiedono a Bassolino di risarcire 3,2 milioni di euro. Sergio Rizzo Gian Antonio Stella Una messa davanti alla discarica NAPOLI - Una messa davanti alla discarica, dopo una notte di relativa calma. A cerebrarla, il parroco della chiesa di Sant'Antonio, don Giuseppe Cipolletta. A Pianura gli abitanti del quartiere mantengono un presidio contro la riapertura decisa dal Prefetto. La zona è controllata dalla polizia. Per oggi è prevista anche una manifestazione dei centri sociali. "La gente va ascoltata, non bastonata - dice don Cipolletta- noi siamo contro le violenze e le condanniamo. Ma interroghiamoci su chi promette da trent'anni il risanamento di questo quartiere". Ma anche il presidente della Repubblica Napolitano è tornato questa mattina sull'argomento: "Ho chiesto al governo di intervenire e il governo ha garantito il suo impegno. Quella dei rifiuti è una tragedia". Messaggio modificato da Leite il 6 Jan 2008 - 11:50 |
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7 Jan 2008 - 00:12
Messaggio
#2
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Sempre + Nezo Gruppo: Utente Messaggi: 2597 Iscritto il: 5 June 2005 Età: 45 Da: Lugano Utente Nr.: 149 |
Siamo tutti napoletani sto par di ciufoli. Parla per te , eh ... Io con quel tipo di situazione non c'entro proprio niente e NON sono napoletano neanche nel primo spicchio di unghia appena tagliata e caduta a terra (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/icon_mrgreen.gif)
( nota a margine : ma vogliamo togliere il velo di ipocrisia da forum scritto e dire chiaramente che nella vita reale il 90% delle persone ha una pessima immagine dei napoletani ? ) avevo spiegato che i 3/4 di Napoli preferisce il controllo della camorra a quello dello stato , ti ho spiegato anche che non me lo sono inventato e che questa situazione perdura a causa della mentalità locale. Ripeto , i napoletani che fuggono lo fanno per questo motivo. Mi sembra inverosimile che alcuni napoletani ti abbiano detto che la camorra non entra nelle loro vite. A me hanno detto l'esatto contrario come se fosse una cosa a dir poco scontata. E vorrei ricordare che Napoli è la città in cui i cittadini assaltano le ambulanze ( ambulanze! ) e in cui aggrediscono i poliziotti in fase di arresto ... pensare questo è inaudito. In Congo non le fanno queste cose ! E intanto , chi paga gli sprechi clientelari e camorristici ? I lavoratori dipendenti ... gli imprenditori delle regioni con saldo negativo , e quali sono ... facile indovinare. Ci vorrà un sommovimento popolare per cambiare questa situazione ?L'Italia rischia di perdere gli ultimi scampoli di credibilità internazionale che ancora riesce a stento a conservare. E , intanto , i napoletani che non vogliono impianti e discariche rischiano di prendersi infezioni , se si leggesse uno degli articoli che ho postato , c'è scritto che è già stata sprigionata una quantità notevole di veleno nell'aria ... e chissà quanti topi ! pazzesco ps. le soluzione che scrivi le conoscono tutti e sopra il Po funzionano impianti cosi da anni a pieno regime. nessuno ha notato l'articolo che parla dell impianto tedesco ? Quello è interessante , invece di fare gli ultras leggete quello (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/icon_wink.gif) Messaggio modificato da Leite il 7 Jan 2008 - 00:17 |
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7 Jan 2008 - 01:14
Messaggio
#3
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Pòch ad bòn Gruppo: Utente Messaggi: 704 Iscritto il: 15 March 2007 Età: 45 Da: Ferrara Utente Nr.: 2244 |
( nota a margine : ma vogliamo togliere il velo di ipocrisia da forum scritto e dire chiaramente che nella vita reale il 90% delle persone ha una pessima immagine dei napoletani ? ) E perchè? Io non so... Vuoi aprire un sondaggio su Ferrara Forum? (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/icon_mrgreen.gif) avevo spiegato che i 3/4 di Napoli preferisce il controllo della camorra a quello dello stato , ti ho spiegato anche che non me lo sono inventato e che questa situazione perdura a causa della mentalità locale. Ripeto , i napoletani che fuggono lo fanno per questo motivo. Mi sembra inverosimile che alcuni napoletani ti abbiano detto che la camorra non entra nelle loro vite. A me hanno detto l'esatto contrario come se fosse una cosa a dir poco scontata. E vorrei ricordare che Napoli è la città in cui i cittadini assaltano le ambulanze ( ambulanze! ) e in cui aggrediscono i poliziotti in fase di arresto ... pensare questo è inaudito. In Congo non le fanno queste cose ! E intanto , chi paga gli sprechi clientelari e camorristici ? I lavoratori dipendenti ... gli imprenditori delle regioni con saldo negativo , e quali sono ... facile indovinare. Ci vorrà un sommovimento popolare per cambiare questa situazione ?L'Italia rischia di perdere gli ultimi scampoli di credibilità internazionale che ancora riesce a stento a conservare. E , intanto , i napoletani che non vogliono impianti e discariche rischiano di prendersi infezioni , se si leggesse uno degli articoli che ho postato , c'è scritto che è già stata sprigionata una quantità notevole di veleno nell'aria ... e chissà quanti topi ! pazzesco ps. le soluzione che scrivi le conoscono tutti e sopra il Po funzionano impianti cosi da anni a pieno regime. nessuno ha notato l'articolo che parla dell impianto tedesco ? Quello è interessante , invece di fare gli ultras leggete quello (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/icon_wink.gif) Certo, le soluzioni che scrivo le conoscono tutti, e molto meglio di me le conoscono le amministrazioni locali e gli stessi cittadini Napoletani, per questo sono così incazzati, e assaltano le ambulanze e aggrediscono i poliziotti. Ma le circostanze in cui accadono questi fatti perchè non le citi? Beh, sono fatti successi durante l'emergenza di questi giorni. Oppure pensi che i Napoletani si sveglino la mattina e siccome non hanno nulla da fare vadano in giro ad assaltare ambulanze e aggredire poliziotti? (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/rofl.gif) E non mi nominare il Congo per favore.... Altrimenti ti rispondo con Darfur (Sudan) e Kenya. Per quanto riguarda quell'articolo sulle ecoballe che vanno in Germania era uscito qualche anno fa anche un servizio su Report (non sono riuscito a trovare il link). Ma siamo sempre lì, cosa c'entrano i Napoletani, se le amministrazioni locali non fanno nulla per cambiare le cose? Io sono convinto che loro lo farebbero, se correttamente stimolati ed educati. Sul discorso della Camorra, ti posso dare in parte ragione. Ma il problema è dovuto alla sfiducia che la gente ha nei confronti dello Stato, che non si interessa dei loro problemi, salvo poi quando succedono casi come questo, di risonanza mondiale. |
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