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> Federico Aldrovandi
Senbee Norimaki
messaggio 30 Nov 2007 - 11:12
Messaggio #1651


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Tutto da Estense.com di oggi:

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Gli Aldrovandi ricostruiscono in aula l'inizio della loro battaglia
''La verità non si doveva sapere''

di Marco Zavagli

“Erano le 10.30. Arrivarono tre poliziotti. Due in divisa e uno in borghese. Era Nicola Solito, nostro amico di vecchia data. Aprimmo la porta per dire qualcosa ma le parole ci rimasero in bocca. Il suo viso era più eloquente di qualsiasi parola”. È il 25 settembre 2005 e gli Aldrovandi stanno cercando da ore il loro figlio Federico, 18 anni, che non è ancora rincasato. Sarà quel loro amico di famiglia a dirgli che Federico non tornerà.


E le ore precedenti sono fatte di angosciosa attesa per quel figlio che non rincasava e quel letto vuoto, “intatto come era stato lasciato la sera prima”. È Lino, il padre, ad accorgersene la mattina. Sono le 7.15 e fa chiamare Federico dalla moglie. Nessuna risposta. Dopo diversi tentativi prova con il suo cellulare (“nel display di Federico Patrizia era registrata come “mamma”, io ero “Lino””). Risponde una voce che chiede di qualificarsi e spiega che “avevano trovato il cellulare di mio figlio sopra una panchina in via Ippodromo e che stavano facendo degli accertamenti”. “Poi nulla – continua Lino -; ho richiamato ma nessuno rispondeva più; anche in questura non sapevano darci spiegazioni”. Poi alle 10.45 arrivano i tre poliziotti.

Inizia così il calvario della famiglia Aldrovandi. Un calvario che Patrizia Moretti e Lino Aldrovandi ricostruiscono passo dopo passo davanti al giudice nel corso della seconda udienza che vede quattro agenti di polizia imputati per l’omicidio colposo del loro figlio.

Allora la prima versione parlò di un malore, versione “contraddetta” da un titolo sul “Carlino” locale che scriveva “Federico era sfigurato”.

“Fummo convocati in questura – racconta la madre -; pensai che il questore volessi darci il proprio conforto, allora non sapevamo ancora delle percosse; solo mio cognato aveva visto Federico e aveva pensato che fosse stato investito da un camion”. “E invece in Ercole d’Este – continua Moretti – ci hanno chiesto perché avevamo dato quella versione alla stampa. Il questore di allora ci disse che avevano parlato di un “malore” in occasione della morte di mio figlio solo per farci un favore, “quasi fosse uno di noi”; disse anche che i quattro agenti avevano subito delle ferite ma non si sarebbero rivalsi contro la nostra famiglia”.

“Sapeva benissimo che non era così. Evidentemente – aggiunge lapidaria la madre – la notizia non doveva trasparire, la verità non si doveva sapere”.

I genitori in quel momento non sanno ancora nulla dei manganelli e della violenta colluttazione ingaggiata da Federico in via Ippodromo con Enzo Pontani, Luca Pollastri, Monica Segatto e Paolo Forlani. Fu l’ispettore della Digos Nicola Solito, loro amico di famiglia, a suggerire l’ipotesi che – come riporta la Moretti – “se fosse mio figlio mi rivolgerei a un avvocato e a un medico legale”.

Ed è lo stesso Solito qualche giorno dopo la morte del ragazzo a chiamarli per dirgli, secondo le parole riportate dalla madre, “liberatevi di quell’avvocato (che lui stesso aveva consigliato, ndr) che fa confusione”, per poi dare un messaggio del tutto contradditorio come “comunque sono un padre anch’io e fate quello che vi dice il cuore” (parole sempre riportate dalla Moretti).

Poi ci fu l’incontro con il questore di allora, Elio Graziano, “che negò – ricorda Moretti – che ci furono delle percosse prima ancora che venisse fatta l’autopsia; il nostro medico legale invece ci disse che si vedevano lividi dappertutto”. “Poi arrivò il capo della squadra mobile – aggiunge – a dirci che sono cose che succedono anche nelle migliori famiglie; da lì abbiamo avuto la netta sensazione che si parlasse di droga e di morte per overdose”.

Queste le fasi salienti delle testimonianze rese dai genitori di Federico Aldrovandi, seguite poi da quelle dei suoi amici, che si sono protratte dalle 9.30 di mattina fino alle 9.20 di sera. Al termine dell’udienza le parti di comune accordo hanno rinunciato all’escussione di alcuni testi (tra cui Luca Pagliarini), mentre tre degli amici di Federico verranno sentiti il 7 dicembre (si tratta di Burini, Mengoli e Malservigi), insieme a una dozzina di residenti di via Ippodromo (quelli ritenuti dal giudice più rilevanti per il dibattimento).

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Moretti: ''Mi consigliò di incaricare un avvocato e un medico legale''
Aldrovandi, i primi dubbi arrivarono da un ispettore


Fu l’ispettore capo della Digos di Ferrara, Nicola Solito, amico di famiglia degli Aldrovandi, a consigliare ai genitori di Federico di procurarsi un avvocato e un medico legale. È la novità uscita dalla bocca di Patrizia Moretti, ascoltata questa mattina in tribunale per la seconda udienza del processo per la morte del figlio 18enne, avvenuta nel settembre 2005.

Fu proprio Solito, secondo quanto riportato dalla donna, a portare ai genitori la notizia della morte del figlio quella tragica mattina del 25 settembre 2005 e a consigliarli su come muoversi nei giorni successivi.

Da allora i loro rapporti rimasero nei ranghi dell’amicizia, senza però una reale frequentazione. Fino alla primavera scorsa, quando Patrizia Moretti lo incontrò prima ancora che ci fosse il rinvio a giudizio dei quattro agenti imputati di omicidio colposo, davanti alla pista di pattinaggio dove avevano accompagnato i rispettivi figli. “Ti devo parlare” disse alla madre. Poi in privato “mi spiegò – racconta Moretti - che si rendeva conto di quanto era successo e che non vedeva l’ora di poter parlare. Finora, continuò, non l’aveva fatto perché temeva delle ripercussioni. Ha detto che parlerà quando sarà sicuro e lo farà davanti a un giudice”.

Intanto sempre al processo è venuto fuori che Solito era già stato ascoltato dal pm Nicola Proto nell’ambito delle indagini relative alla cd inchiesta-bis, aperta in procura per accertare eventuali inadempienze nello svolgimento delle prime investigazioni relative ai fatti di via Ippodromo e quel materiale ora è stato depositato nel fascicolo del giudice e andrà a far parte del dibattimento in un’udienza successiva.

Poi è Lino, il padre, nella sua deposizione, a riportare un’altra frase attribuita all’ispettore dai contorni tutti da decifrare: “Da quanto mi hanno riportato i miei colleghi, l’intervento è avvenuto correttamente, ma io e te, Lino, là non c’eravamo”.

Solito verrà chiamato in aula come testimone per chiarire le affermazioni riportate dagli Aldrovandi

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Boldrini: ''Clima in questura non aiutava''
Aldro. Gli amici parlano di 'intimidazioni'


Dopo i genitori, è la volta dei ragazzi della compagnia di Federico a essere chiamati sul banco dei testimoni. È Andrea Boldrini il primo a ricostruire le ore precedenti alla morte del suo migliore amico. La serata al Link di Bologna, l’assunzione di stupefacenti, il ritorno in auto a Ferrara e l’ultimo saluto ad “Aldro”. A fare rumore in aula sono le accuse che Boldrini rivolge indirettamente ai poliziotti della questura che lo ascoltarono la mattina del 25 settembre 2005. “Un clima che mi non rilassava e frasi che mi hanno intimidito”, così descrive quei momenti in corso Ercole I d’Este. “Ho saputo della morte di Federico – ha raccontato il giovane davanti al giudice – da un amico; in questura non mi hanno detto nulla e mi hanno aggredito”. Frasi del tipo “sei stato tu a scaricarlo perché ti vergognavi di portarlo in ospedale”, “siete tutti dei tossici”, sarebbero i metodi usati mentre veniva ascoltato come persona informata sui fatti. Il pm Proto fa notare anche la discrepanza tra le dichiarazioni rese in udienza da Boldrini e quelle riportate nel verbale del 25 settembre. Federico non direbbe più “sono fatto”, ma semplicemente “sono stanco” e non avrebbe mai detto che non riusciva ad andare a casa.

All’amico che chiedeva le cause del decesso sarebbe poi stato risposto che Federico era morto per uno “schioppone”: l’avevano cioè – questa la versione che gli fu riferita – trovato ormai privo di vita sopra una panchina di via Ippodromo.

Il processo continua il 7 e il 12 dicembre, con l’esame degli altri testimoni che saranno chiamati a ricostruire il quadro di una delle vicende giudiziarie più controverse degli ultimi anni.

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Deus Piger
messaggio 30 Nov 2007 - 11:26
Messaggio #1652


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Sti cazzi. Sembra che la verità sia sempre più vicina. Se non proprio tutta tutta la verità, almeno una (spero) giusta conclusione a questa storia che immagino stia abbastanza logorando i genitori e gli amici di Federico.
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Brasil
messaggio 30 Nov 2007 - 13:43
Messaggio #1653


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Tratto da La Nuova Ferrara di oggi:

CITAZIONE
Aldro, primi lampi di verità in aula spunta un teste-chiave

In aula per la seconda udienza i genitori del diciottenne. Il testimone è un ispettore della Digos che ha raccontato il 'dopo' di quel 25 settembre. Mamma Patrizia: «Sa molte cose»

Quello che è accaduto all'alba del 25 settembre 2005 è rimasto ai margini, ieri, della seconda udienza del processo Aldrovandi. L'audizione dei primi testimoni dell'accusa (i genitori del diciottenne morto durante un intervento di polizia e gli amici che trascorsero con Federico la sua ultima notte) ha portato infatti a esplorare soprattutto il “prima” e il “dopo” di quella tragica mattina.

I quattro imputati, Paolo Forlani, Enzo Pollastri, Luca Pontani e Monica Segatto (tutti presenti) solo a tratti sono stati citati dai teste o nelle domande del pubblico ministero Nicola Proto, degli avvocati di parte civile Fabio Anselmo, Riccardo Venturi, Alessandro Gamberini e Beniamino Del Mercato, o della difesa Michela Vecchi (affiancata da Davide Bertasi), Gabriele Bordoni, Alessandro Pellegrini e Giovanni Trombini. Perché il protagonista dell'udienza di ieri è stato un ispettore di polizia che finora era sempre rimasto al “riparo” dell'attenzione mediatica. Si tratta di Nicola Solito, uno dei dirigenti della Digos, e che secondo la testimonianza di Patrizia Moretti, la mamma di Federico, rappresenta una figura chiave per ricostruire - appunto - il “dopo”.

Perché ieri il processo si è concentrato - oltre che sulla ultima serata di Federico - sulle fasi successive alla sua morte, e sulle quali i familiari e gli avvocati di parte civile a più riprese in passato hanno puntato il dito. Fu proprio Solito, la mattina del 25 settembre, a dare ai genitori la notizia della morte del ragazzo, dopo ore frenetiche passate a cercarlo al cellulare, a chiedere informazioni in Questura o all'ospedale. Fino alle 11 del 25 settembre, le uniche informazioni che i genitori erano riusciti a ottenere - da una voce maschile che si era qualificata come agente di polizia rispondendo a una chiamata del papà - era che Federico aveva perso il cellulare in via Ippodromo.

«Nicola Solito è un amico di famiglia - ha raccontato la mamma - i nostri figli sono cresciuti insieme. Quella mattina è venuto a casa nostra accompagnato da due agenti in divisa». E' a quel punto che i genitori sanno che Federico è morto. «Ma ancora non capivamo bene in che circostanze. Solito ci ha riferito che non sembrava più lui. Che i suoi colleghi gli avevano raccontato che si era fatto male da solo sbattendo la testa contro il muro, che gli agenti erano intervenuti per fermarlo ma che non avevano fatto nemmeno in tempo a toccarlo, perché gli era morto davanti. Mi ha anche consigliato di non andare a vederlo». Il riconoscimento del cadavere spetterà allo zio paterno, che torna dall'obitorio «sconvolto».

Ma, ha proseguito la mamma, fino a quel momento «non avevamo sospetti». Nemmeno quando lo stesso Solito, il giorno dopo, consiglia: «Fossi in te mi procurerei un avvocato e un medico legale». Le perplessità hanno cominciato a maturare «due giorni dopo, il 27 settembre, quando siamo stati convocati in Questura con una telefonata dello stesso Solito. Pensavamo di ricevere parole di solidarietà dal questore, invece siamo stati aggrediti».

Il motivo della convocazione, ha detto ancora la mamma, è un articolo del “Carlino” in cui la famiglia, attraverso i suoi legali, affermava che il ragazzo era “sfigurato”. «Il questore Elio Graziano voleva sapere perché avessimo detto quelle cose ai giornali, ma io e mio marito non avevamo mai parlato con nessun giornalista, forse l'aveva fatto il nostro legale (Fabio Anselmo, ndr). Il Questore ha anche aggiunto che fino a quel momento avevamo ricevuto un trattamento di favore, perché alla stampa era stata fornita la versione del malore. Al colloquio era presente anche il capo della Mobile Pietro Scroccarello, che ci ha detto che le indagini sulla morte di Federico sarebbero state indirizzate al centro sociale “Link” di Bologna, dove nostro figlio aveva trascorso la serata. Secondo loro Federico aveva assunto sostanze e ha aggiunto che poteva succedere anche nelle migliori famiglie».

Ma a incrinare la fiducia dei famigliari nelle indagini, ha detto ancora Moretti, sono state soprattutto tre affermazioni. La prima, sempre del questore Graziano, «che ci ha riferito che i quattro agenti dopo l'incontro con Federico si erano fatti refertare, ma non avevano intenzione di chiederci i danni». La seconda, del procuratore capo Severino Messina «che prima ancora dell'autopsia ha dichiarato alla stampa che Federico non era morto per le percosse. Era la prima volta che sentivamo parlare di percosse, fino a quel momento ci avevano detto di un malore». La terza è dell'ispettore Solito. «Dopo il colloquio in Questura è venuto a casa nostra per dirci di liberarci del nostro avvocato e di aver fiducia nelle indagini. Ma dopo una lunga pausa ha aggiunto: “Sono padre anch'io e al vostro posto seguirei il mio cuore”».

La tappa successiva, prima dell'apertura del blog che ha dato al caso rilevanza nazionale, è stata l'autopsia: «Il nostro medico legale, il dottor Zanzi, ci ha detto che Federico era stato pestato violentemente, anche se nessuno dei colpi ricevuto risultava mortale». Ma è Solito a entrare ancora in scena la primavera scorsa, alla vigilia dell'apertura della cosiddetta “inchiesta bis” (i verbali della Questura sull'intervento delle due Volanti in via Ippodromo la mattina del 25 settembre, i cui orari sarebbero stati manomessi). Moretti ha raccontato di aver incontrato Solito nel marzo scorso, per caso, alla pista di pattinaggio dove entrambi avevano accompagnato i figli: «In quell'occasione mi ha detto di essere a conoscenza di fatti specifici che riguardavano la vicenda di mio figlio e che fino a quel momento non aveva riferito per timore di ripercussioni sul suo lavoro. Ha detto che però non avrebbe dato a me quelle informazioni, ma che avrebbe parlato solo in una sede tutelata. E a questo proposito ha aggiunto che temeva un processo abbreviato che non gli avrebbe dato la possibilità di parlare».

La difesa ha chiesto e ottenuto di acquisire questo verbale rilasciato da Moretti al pm Proto. Verbale finora “inedito” perché legato appunto all'inchiesta bis, e non al procedimento contro i quattro agenti. E l'attenzione, ora, è puntata sulla testimonianza dell'ispettore Solito.
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NvO
messaggio 29 Jan 2008 - 15:06
Messaggio #1654


sciuscià
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dal resto del carlino:


PROCESSO ALDROVANDI

Quattordici minuti di lotta,
poi Federico rimane a terra


Nel corso della sesta udienza ricostruiti i tempi dell'intervento di via Ippodromo dal primo contatto tra gli agenti e il ragazzo fino a quando il 118 fa risalire il momento del decesso dello studente


Ferrara, 29 gennaio 2008 - IL PRIMO contatto, tra la volante Alpha 3 e Federico Aldrovandi, è avvenuto tra le 5.58 e le 6.03 del 25 settembre 2005. La chiamata della polizia al 118 alle 6.04 e la constatazione del decesso del 18enne alle 6.35. Proprio gli orari di quella drammatica mattina sono stati al centro della sesta udienza per la morte del giovane Aldrovandi, per la quale sono imputati quattro poliziotti, all’epoca in forza all’ufficio volanti della questura (Paolo Forlani, Monica Segatto, Luca Pollastri ed Enzo Pontani).




VIA ALDIGHIERI. Alle 5.52 del 25 settembre, l’assistente Segatto (sull’Alpha 2 con Forlani) chiama il 113 per riferire a Marcello Bulgarelli che le risponde dalla centrale operativa, sulla conclusione di un intervento in via Aldighieri per «alcuni sospetti — ha spiegato Bulgarelli, sentito come teste — su un balcone». La centrale aveva inviato lì l’Alpha 2 e, in ausilio, la 3 la quale però tornerà indietro subito. Mentre Bulgarelli parla con Segatto, riceve una chiamata, «forse dell’Alpha 3», in cui «si fa riferimento all’intervento di via Ippodromo».
Bulgarelli, in risposta via radio, parla di «una persona in transito», di un servizio «passato dai carabinieri», e chiede alla volante di «fare un passaggio». Alle 5.54 Segatto richiama Bulgarelli per chiedere dove si trova esattamente il ragazzo di via Ippodromo. Bulgarelli — che fino a quel momento non aveva chiesto nessun ausilio all’Alpha 2 —, ieri ha spiegato che i contatti via radio sono di norma ‘aperti’ e, dunque, percepibili in contemporanea da tutte le unità della polizia operative. Aggiungendo pure che di notte, solitamente, quando una volante è libera tende ad avvicinarsi sul luogo dell’intervento dove si trovano le altre. Alle 5.58, al 113, arriva la telefonata di Cristian Fogli, residente in via Poletti, il quale chiede soccorso perché c’è una persona agitata nel parchetto (Federico, ndr). Bulgarelli così sollecita l’Alpha 3, la prima volante che lui aveva inviato. Va precisato che la prima richiesta di intervento da via Ippodromo arriva da Cristina Chiarelli, fatta sul 112 dei carabinieri e girata per competenza territoriale alla polizia, ma la donna non è stata registrata.




L’AMBULANZA. Alle 6.03, durante una conversazione tra un cittadino e Bulgarelli, via radio si sente la voce di un operatore che chiede: «Quando arrivano gli altri?». Presumibilmente si tratta dell’Alpha 3 che sollecita i rinforzi.
Dai tabulati telefonici emerge che il 113 chiama il 118 alle 6.04: Bulgarelli dirà all’operatore sanitario di non sapere nulla di quanto sia successo in via Ippodromo ma chiede il medico. Quasi certo, dunque, che il primo incontro tra l’Alpha 3 (la prima volante che interviene) e Federico risalga quindi tra le 5.58 (quando Fogli chiama) e le 6.03 (l’ora dei rinforzi). In quel lasso di tempo sarebbe cominciato lo scontro, terminato attorno alle 6.12, ora in cui Pontani comunica a Bulgarelli che «siamo tutti da refertare» e spiega «di aver avuto una lotta di mezz’ora» con il 18enne il quale «adesso, non so, è svenuto, è mezzo morto».
Tra le 6.04 e le 6.12 non c’è contatto tra la centrale della questura e i poliziotti in via Ippodromo. Alle 6.35, infine, il 118 stabilisce il decesso di Federico Aldrovandi e, subito dopo, Luca Casoni, responsabile dell’ufficio denunce della questura, darà a Bulgarelli la notizia. Che quest’ultimo riferirà ai funzionari.

di Nicola Bianchi
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simone19
messaggio 29 Jan 2008 - 17:05
Messaggio #1655


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solo una cosa:forse mi è sfuggita,ma a che ora arriva esattamente l'ambulanza????
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Senbee Norimaki
messaggio 10 Feb 2008 - 11:40
Messaggio #1656


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http://www.corriere.it/cronache/08_febbrai...3ba99c667.shtml

FERRARA LE IMMAGINI DELLA SCIENTIFICA. REGISTRATE FRASI E UNA RISATA
Federico, spunta un video
sugli agenti sotto accusa

Il ragazzo morto dopo il controllo di polizia I fotogrammi sembrano non collimare con le fotografie del medico legale


Nuove ombre sul caso di Federico Aldrovandi, il diciottenne morto a Ferrara il 25 settembre 2005 dopo un intervento della polizia. Un video di dodici minuti, registrato alla Scientifica quando il ragazzo era già cadavere, ma ancora disteso sull'asfalto, sembra aggiungere altro orrore alla vicenda. Immagini girate prima dell'arrivo del medico legale (alle 9.30), acquisite durante il processo in corso a carico di quattro agenti accusati di omicidio colposo, documentano ulteriormente la scena del delitto (dove compaiono una decina di poliziotti): il volto tumefatto del ragazzo, le mani livide e sporche di terra, i pantaloni abbottonati, il suo telefonino su una panchina, a distanza di oltre 20 metri.

Non ci sono manganelli nelle vicinanze, neppure il portafoglio di Federico. Poi niente sangue accanto al volto adagiato sulla strada. Fotogrammi che sembrano cozzare, secondo i legali della famiglia, con le fotografie scattate dal medico legale: qui il ragazzo è ritratto con una macchia di sangue del diametro di 20 centimetri alla sinistra del capo, il suo portafoglio compare nella tasca del giubbotto, i jeans sono slacciati. Quanto ai manganelli, rotti durante la colluttazione tra gli agenti e il ragazzo, si materializzano in questura solo nel pomeriggio. E poi ci sono i dialoghi del video, elemento nuovo dell'indagine, per i quali il pm ha ordinato la trascrizione: frasi mescolate a rumori di fondo, pronunciate da chi forse non immaginava di essere registrato. Subito, all'inizio delle riprese, si sente una gran risata, proveniente da qualcuno, non immortalato dalla telecamera, ma chiaramente vicino al cadavere.

Ma ci sono anche i singhiozzi di un agente che piange: «Sono un genitore anche io» sembra dire. Altre parole, collegate a una telefonata, sembrerebbero riferire di un colloquio con un magistrato. Se fossero verificate, potrebbero spiegare come mai il pm di turno quella mattina non è mai arrivato sul luogo del delitto. «Si è ammazzato da solo». «Qui ci vuole la benzina». Altri dialoghi da verificare, parole apparentemente senza senso, che forse, nel processo, potrebbero trovare una spiegazione. Grande attesa dunque per l'udienza di mercoledì 13 febbraio: saranno in aula alcuni dei protagonisti del video, come Marco Pirani e Paolo Marino, entrambi indagati in un'inchiesta bis per falso e abuso.

Grazia Maria Mottola

10 febbraio 2008
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misterwolf
messaggio 10 Feb 2008 - 11:55
Messaggio #1657


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non esprimo il mio parere su questo caso per il timore di essere frainteso.
in ogni caso, se è vero quello che han fatto i poliziotti, direi che il giovane federico è stato vittima della vigliaccheria umana più bieca.
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Dani80
messaggio 10 Feb 2008 - 13:23
Messaggio #1658


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Secondo me la versione più credibile è quella dei genitori di Federico...sono troppe le circostanze dubbie e non chiare riguardo all'operato delle forze dell'ordine.
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messaggio 10 Feb 2008 - 13:42
Messaggio #1659


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scusate se la domanda è gia stata fatta,ma non riesco a capire come mai gli amici l'hanno lasciato li da solo in quelle condizioni.
qualcuno sa dirmi qualcosa?
non è una provocazione,è solo una domanda (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/icon_mrgreen.gif)

Messaggio modificato da Mod il 10 Feb 2008 - 13:42
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Peve
messaggio 10 Feb 2008 - 14:05
Messaggio #1660


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Non è ancora del tutto chiaro se lo ha chiesto lui o se lo hanno messo a piedi perchè era troppo agitato...

In ogni caso, anche se gli amici hanno compiuto un gesto non proprio responsabile, non vedo come questo possa influire sulla vicenda...
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simone19
messaggio 10 Feb 2008 - 14:34
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beh se il ragazzo stava male e gli amici lo hanno lasciato li..si potrebbe parlare di abbandonare una persona che in quel momento o non stava bene o comunque era in difficoltà
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Dani80
messaggio 10 Feb 2008 - 15:20
Messaggio #1662


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Secondo me gli amici di Federico lo hanno abbandonato quando aveva incominciato a stare male probabilmente per paura dato che avevano fatto tutti uso di sostanze stupefacenti.
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simone19
messaggio 10 Feb 2008 - 19:50
Messaggio #1663


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credo sia molto plausibile la cosa....
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slash
messaggio 10 Feb 2008 - 19:53
Messaggio #1664


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eravate con loro?
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simone19
messaggio 10 Feb 2008 - 21:00
Messaggio #1665


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senti slash...se vuoi far scattare il flame a tutti i costi dillo subito visto che con questa sono ben 2 le discussioni in cui ci stai provando in tutti i modi a par si che la cosa accada.
allor avedrò di risponderti in maniera seria:il fatto che il ragazzo stesse poco bene o comunque non fosse sano in quel momento è stato appurato da entrambe le parti in causa quindi vediamo di non fare uscite come la tua per cortesia...
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Peve
messaggio 10 Feb 2008 - 21:09
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Si, volevo solo dire che la condotta dei suoi amici, anche se criticabile, è un fatto del tutto slegato dalla sua morte...
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simone19
messaggio 10 Feb 2008 - 21:12
Messaggio #1667


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su quello sono daccordo con te.
infatti io non mi riferivo al tuo intervente,ma piuttosto a chi ancora mette in dubbio che il ragazzo non fosse in piena salute
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slash
messaggio 10 Feb 2008 - 21:18
Messaggio #1668


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come al solito non hai capito un cazzo.
perchè devi pensare e aver la presunzione che voglia perder il mio tempo in un flame con te (per di più dopo che ho assaporato l'ebbrezza di flammare con faye (IMG:http://www.ferraraforum.it/style_emoticons/default/sarcastica.gif) ).

ho espresso il mio parere,magari in un maniera provocatoria ma l'ho espresso.
con "eravate con loro" era ovvio volessi dire: come fate a sapere che avevano fatto uso di sostanze stupefacenti visto che presumo non foste con loro quella notte.

speravo ci arrivassi.
cercherò di spiegarmi più terra-terra prossimamente.

comunque mi son ricordato perchè mi fossi tenuto tanto a lungo lontano da attualità.
non trovo modo diverso per rispondere a certe stronzate di gente che crede di aver la verità in tasca quando non fa altro che incatenar stronzate come perle in una collana.
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simone19
messaggio 10 Feb 2008 - 21:21
Messaggio #1669


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qui non si tratta di dire stronzate..ma di basarsi almeno sulle poche cose certe che si sanno della vicenda e mi pare..cosa che nessuno ha smentito..che il ragazzo non stava bene(ah non mi pare di aver scritto la parola stupefacenti)....
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slash
messaggio 10 Feb 2008 - 21:44
Messaggio #1670


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CITAZIONE (Dani80 @ 10 Feb 2008 - 15:20) *
Secondo me gli amici di Federico lo hanno abbandonato quando aveva incominciato a stare male probabilmente per paura dato che avevano fatto tutti uso di sostanze stupefacenti.



CITAZIONE (simone19 @ 10 Feb 2008 - 19:50) *
credo sia molto plausibile la cosa....

ma mi hai preso x deficiente?
se uno scrive una cosa e tu gli dai ragione per me è come se l'avessi scritta tu.

almeno io non do ragione a scatola chiusa.
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simone19
messaggio 10 Feb 2008 - 21:51
Messaggio #1671


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devo spiegarti il significato di palusibile???
mi pare di non aver detto a che dani80 ha assolutamente ragione e che le cose sono andate proprio così,ma che la sua ipotesi(o la sua frase)era plausibile..ossia possibile..il che non significa comunque che sia certa!!!!!

Messaggio modificato da simone19 il 10 Feb 2008 - 21:54
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Galen
messaggio 10 Feb 2008 - 21:53
Messaggio #1672


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Che io sappia non è certo che stesse male quando lo hanno lasciato... perlomeno, non è la versione degli amici. Magari si stanno parando il culo, ma sapevo che secondo loro Aldrovandi aveva voluto fare l'ultimo pezzo del tragitto tagliando a piedi per l'Ippodromo (e se non sbaglio i genitori hanno confermato che non era una cosa insolita).
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slash
messaggio 10 Feb 2008 - 22:05
Messaggio #1673


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CITAZIONE (simone19 @ 10 Feb 2008 - 21:51) *
devo spiegarti il significato di palusibile???
mi pare di non aver detto a che dani80 ha assolutamente ragione e che le cose sono andate proprio così,ma che la sua ipotesi(o la sua frase)era plausibile..ossia possibile..il che non significa comunque che sia certa!!!!!

beh io mi asterrei anche dal giudicarla come molto plausibile.
mi piacerebbe fosse un suo amico a risponderti.
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simone19
messaggio 10 Feb 2008 - 22:08
Messaggio #1674


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io ho detto plausibile...non molto plausibile...
comunque anche tu dovresti stare attento ad escludere queste ipotesi visto che nemmeno tu c'eri quella sera.
dai slashino un pò di coerenza....su...
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slash
messaggio 10 Feb 2008 - 22:09
Messaggio #1675


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CITAZIONE (simone19 @ 10 Feb 2008 - 19:50) *
credo sia molto plausibile la cosa....

cazzo devo aver le visioni
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